Il dopoguerra e la crisi del Regno Unito negli anni '50
- Rosanna Bolognini

- 15 feb 2022
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 9 mar 2022
Reduce dal secondo conflitto mondiale, il Regno Unito aveva acquisito la consapevolezza di dover creare un nuovo sistema politico al fine di supplire sia alla crisi in ascesa e sia alla messa in ombra dalla scena delle grandi potenze mondiali che le facevano rischiare la vanificazione della vittoria realizzata grazie a Winston Churchill. Questa situazione si rese evidente sin dalla Seconda guerra mondiale allorché gli Stati Uniti si rivelarono l’ago della bilancia e il punto essenziale di riferimento delle forze alleate e la politica estera britannica fu ridotta a intraprendere una strada di dipendenza dalla leadership statunitense a causa della sempre crescente minaccia sovietica. Il Regno Unito, nonostante questa situazione ostica, non si sentì inferiore alle predette due potenze, anzi cercò di reagire “al realizzarsi di una progressiva subordinazione.” Tenendo conto, inoltre, della rottura e del declino generale Europeo gli inglesi cercarono di porre rimedio ad esso mediante il discorso tenuto all’Università di Zurigo, il 19 Settembre 1946, da Winston Churchill che affermava: “Vorrei parlare del dramma dell’Europa, questo nobile continente, patria di tutte le grandi stirpi dell’Occidente, fonte della fede e dell’etica cristiana, culla di gran parte delle culture, delle arti, della filosofia e della scienza, dei tempi antichi e moderni. Se un giorno l’Europa si unisse per condividere questa eredità comune, non vi sarebbero limiti alla felicità, alla prosperità e alla gloria per i suoi tre o quattrocento milioni di persone.
Eppure, proprio dall’Europa è scaturita quella serie di terribili conflitti nazionalistici, causati dalle nazioni teutoniche nella loro ascesa al potere, che in questo secolo ventesimo e durante la nostra generazione, abbiamo visto distruggere la pace e rovinare le speranze di tutta l’umanità.” Inoltre, Churchill sosteneva che l’unico rimedio possibile per la pace e la coesione di tutti i paesi europei fosse quello di creare uno Stato Federale come quello degli Stati Uniti d’America infatti, sempre nel discorso all’Università di Zurigo, ebbe a precisare che il rimedio, nel costruire l’edificio europeo fosse quello di dotarlo di unione non solo economica ma politica per assicurare agli stati confederati pace, sicurezza e libertà. Si noti invero che nel suo discorso ebbe a concludere: “Dobbiamo costruire una forma di Stati Uniti d’Europa. Solo in questo modo centinaia di milioni di lavoratori potranno riacquisire le semplici gioie e le speranze che rendono la vita degna di essere vissuta. Il cambiamento è semplice.” La situazione britannica era diventata molto complessa a causa della crisi economica, ma i politici britannici intrapresero delle iniziative per far rifiorire il paese e mantenere le loro consuete ambizioni militari, politiche e sociali, per cui “ a partire dal 1945 il governo Atlee attuò un robusto intervento dello stato in economia con la nazionalizzazione della banca commerciale inglese e nel 1947 dell’aviazione civile e delle miniere di carbone, dell’energia elettrica e dell’industria siderurgica.” Il Regno Unito dovette affrontare inoltre altre problematiche politiche ed economiche riguardanti la sfera internazionale tra cui, come in parte già accennato, “ la paura dell’espansione sovietica in Europa, la guerra civile in Grecia, le ribellioni in Palestina, il ritiro dall’India e i costi economici della sua zona di occupazione in Germania.” Questi avvenimenti non premiarono l’azione britannica anzi crearono alla politica estera del Regno Unito problematiche quasi irrisolvibili sotto ogni punto di vista. Inutile dire che a questo punto l’interruzione dei prestiti americani e le ridotte risorse economiche contingenti giocarono un ruolo sfavorevolmente determinante nei confronti del Regno Unito. Nel febbraio del 1947, questi eventi comportarono la decisione del governo britannico di ritirare il suo esercito dalla Grecia e dalla Turchia. “Alla protezione britannica si sostituì quella statunitense, voluta da Truman per evitare che sia la Turchia che la Grecia divenissero territori privilegiati dell’espansione sovietica.” Il governo Atlee decise quindi di attuare concreti interventi politici risolutori anche sul piano sociale al fine di aumentare il reddito dei sudditi britannici e migliorarne il tenore di vita attraverso la ripresa dell’economia grazie anche alla creazione di apposite assicurazioni sociali obbligatorie che portarono alla istituzione del servizio sanitario, del servizio di assistenza alle famiglie, di quello di assistenza all’infanzia e ad un sistema pensionistico. Lo sviluppo del Regno Unito procedeva quindi di pari passo con la nascita di un nuovo piano americano di aiuti economico-finanziari, il c.d. European Recovery Program, noto come Piano Marshall. Il 4 luglio del 1949, ad opera degli Stati Occidentali, nacque la NATO (North Atlantic Treaty Organization) che aveva come fine quello di opporsi alla minaccia sovietica e salvaguardare, tutelare e difendere i Paesi membri. In questa occasione, gli Stati Uniti imposero la loro ormai conquistata, forte e determinante influenza sui Paesi di proprio interesse impedendo ad essi ogni possibilità di scelta se non avessero aderito alla NATO con la minaccia di negargli ogni forma di aiuto economico- finanziario e militare: il 17 marzo 1948 venne firmato il c.d. Patto di Bruxelles in materia di difesa che costituiva così un’ Unione occidentale. Questa unione fu la prima dimostrazione di quelli che erano gli indirizzi delle politiche estere del governo laburista britannico: il 22 Gennaio si tenne infatti il discorso alla Camera dei Comuni, annunciato dal Ministro degli Esteri Bevin che sosteneva: “ ispirata da un robusto pragmatismo ma anche dalla volontà di assegnare alla Gran Bretagna un compito centrale, animato dalla volontà di coordinare la preponderanza americana nell’ambito di una più incisiva politica di difesa dell’Occidente dalla minaccia sovietica.” Le mutate condizioni economiche e politiche e il nuovo rapporto con le proprie colonie, India, Africa e Asia Sud Orientale, che erano diventate ormai Stati Sovrani anche se legati al Regno Unito dal Commonwealth, rese sempre più critica la situazione e non gli permise di conservare il ruolo di guida in Europa. Nel frattempo, però, il progetto di creare una sorta di Unione Europea si andava concretizzando con la nascita del Consiglio d’Europa nel 1949 e la creazione della Comunità Europea del carbone e dell’acciaio (CECA) ispirata da R. Schuman. Al Regno Unito l’idea della designazione di un’Alta Autorità sovranazionale alla quale assoggettarsi non piacque e non accettò di contribuire e partecipare alla costituzione di tale potere e ciò comportò il suo allontanamento da questo nuovo progetto.

BIBLIOGRAFIA
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atlantica, Roma, Bonacci, 1988.
E. Di Nolfo, Storia delle relazioni internazionali 1918-1992, Roma-Bari, Laterza, 1999, p. 742.
Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell'arte


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