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Che fine ha fatto l'Isis?

Aggiornamento: 17 lug 2023


Abu Bakr al-Bahdadi è stato ucciso, nella notte tra il 26 e il 27 ottobre 2019, durante un raid statunitense nel nord della Siria. Il capo dell’autoproclamato Stato Islamico, si fece esplodere durante un attacco portando via con sé anche i suoi tre figli. Sebbene la guerra sia volta al termine con la dichiarazione della sconfitta dell’Isis, lo Stato Islamico risulta ancora oggi una minaccia per la sicurezza mondiale.


Coalizione globale anti-ISIS/Daesh


Il 28 Giugno 2021 i Ministri della Coalizione globale anti-Daesh/ISIS si sono riuniti a Roma su convocazione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale della Repubblica Italiana e del Segretario di Stato degli Stati Uniti d’America per mantenere viva la finalità dell’accordo. L’obiettivo è di mantenere una visione e un’azione congiunta strutturata, pianificata e pluridimensionale per la sconfitta prolungata del gruppo terroristico. Manifestando, altresì, il rafforzamento della cooperazione sotto ogni fronte per contrastare la nascita di un exclave territoriale del nucleo Daesh/ISIS in Iraq ed in Siria che possa in qualche modo minacciare il globus nel futuro. Sebbene il gruppo terroristico non sia più attivo rimane agli occhi di tutti una minaccia da estirpare nella sua totalità. Ed è per questo che è importante monitorare, stanziare risorse e contribuire alla stabilizzazione delle zone vittime dell’istituzione di questi nuclei terroristici.


Iraq e Siria


Nonostante la caduta del califfato, i jihadisti continuano a compiere attacchi terroristici nei loro territori. La Coalizione si è soffermata su Iraq e Siria che, sebbene non abbiano una correlazione ed un legame diretto poiché geograficamente sono su teatri differenti, è significativo notare che quando gli attacchi in Iraq diminuiscono, aumentano notevolmente nella zona siriana.

Attualmente, in Siria i terroristi “ stanno approfittando delle vaste distese del deserto nel centro e nell'ovest del Paese per ritirarsi, addestrare e preparare nuovi attacchi. Nel nord-est amministrato dai curdi, è l'emarginazione delle popolazioni arabe da parte dei curdi a fornire all'Isis fonti di reclutamento.”

Si ritiene che l’attività terroristica Daesh/Isis possa continuare nel tempo in modo altalenante in base alla situazione di stabilità politica siriana ed irachena.

Ed è per questo che. in conformità della Risoluzione 2254 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, la Coalizione globale continuerà a sostenere il popolo siriano mediante azioni di reintegrazione e riconciliazione sia per promuovere le condizioni e i presupposti benevoli per porre fine al conflitto interno siriano sia per contrastare ogni tipologia di minaccia, non solo terroristica, ma ogni azione che possa creare dei vuoti di sicurezza e che possa far venir meno quelli che sono stati i risultati ottenuti fino ad ora. In tale circostanza, i Ministri hanno espressamente riconosciuto ed apprezzato il progressivo aumento della capacità delle forze irachene di combattere Daesh/Isis e la conseguente determinazione delle forze di prevenire la ricostituzione del nucleo terroristico.


Africa


Durante la riunione i Ministri hanno voluto sottolineare la situazione particolare dell’Africa sub-sahariana che, nel corso di questi ultimi anni, si trova nella lente di ingrandimento degli affiliati Daesh/Isis che minacciano la stabilità e la sicurezza nella regione del Sahel e nelle zone dell’Africa orientale e Mozambico. Pertanto, i leader si impegnano a lavorare congiuntamente mediante iniziative, quali la coalizione per il Sahel e il Forum Globale contro il terrorismo per porre fine alle minacce terroristiche nel pieno rispetto del diritto internazionale.


BIBLIOGRAFIA





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